Naturalmente il fondo è in tutto e per tutto analogo al piano armonico, quindi non starò a ripetere quanto già detto a proposito del jig da utilizzare e della accuratezza necessaria. L’importante è studiare accuratamente quali sono i bordi da incollare per ottenere la venatura specchiata, far sì che questi bordi combacino perfettamente… e non avere fretta!
Nell’apposito articolo vi darò indicazioni sull’incollaggio delle due metà, e che cosa usare per ottenere un bel lavoro.
Adesso è però necessario parlare delle fasce, che richiedono una lavorazione particolare. Non mi riferisco alla piegatura, che viene ultima, ma alla sagomatura da dare longitudinalmente . Come si sa, la chitarra vista di lato ha il fondo un po’ convesso, e l’altezza del corpo della chitarra varia dal tacco del manico (dove è più bassa) fino al bottom (dove è più alta). La variazione di altezza si ottiene dando alle fasce altezze diverse alle due estremità e nei tre punti fondamentali: waist, upper bout, lower bout. Mentre la convessità del fondo (back) della chitarra si ottiene semplicemente dando un profilo curvo a una o più catene strutturali.
Per quanto riguarda l’altezza delle fasce, esistono diversi metodi, empirici o scientifici, per ottenere una variazione continua e perfetta, e girando qua e là in rete ho trovato alcune semplificazioni davvero interessanti.
La prima è la più semplice di tutte: lasciare le fasce dritte (larghezza costante per tutta la lunghezza della tavola) e ottenere una chitarra “piatta”. Così in teoria il suono ha minor spinta a venir fuori, ma la prima che ho costruito era così e vi assicuro che suona non male (nel kit le fasce non erano rastremate e io non sono intervenuto).
La seconda soluzione è semplice ma funzionale anche se i puristi potrebbero protestare (e noi li lasciamo protestare): tagliare con una linea dritta dal punto di attaccatura del manico (heel o tacco) al punto terminale (bottom) unendo i due punti misurati sulle altezze iniziale e finale. Ad esempio se la Torres del 1888 ha un’altezza di 94 mm nel tacco al manico e 102 mm al fondo, noi procediamo così: tagliamo le fasce alla lunghezza giusta e segnamo i 94 mm su uno dei lati corti e segnamo 102 mm sull’altro lato corto, li uniamo con una riga di alluminio e tracciamo a matita la linea obliqua lungo la quale taglieremo, ottenendo qualcosa di simile a quanto visibile nella figura a destra.
Come prendere la lunghezza delle fasce? In metodo più semplice è questo che io uso: siccome do per scontato che chi si cimenta con la liuteria amatoriale abbia almeno una chitarra, basta posare sulla fascia di questa chitarra del nastro da carrozziere e poi staccarlo con molta cura, sia per non rovinare la nostra chitarra sia per non deformare il nastro adesivo. Prima di staccarlo segnamo a matita il punto centrale del waist (la vita) e i punti dell’upper e del lower bout (i punti più sporgenti). Quindi lo si stacca e lo si incolla sulla fascia, adiacente al lato dritto che non taglieremo in quanto destinato alla soundboard. Adesso con una squadra tracciamo per tutta l’altezza della fascia le linee verticali che segnano i punti iniziale e finale, il waist, l’upper bout e il lower bout.
Questo sistema implica il rischio di tagliare per errore troppo corte le fasce ed essere costretti a modificare le dimensioni della chitarra o buttar via le fasce se vogliamo rispettare i piani originali. Ma a questo rischio si può ovviare…
una domanda:
se si segnano le fasce incidendole leggermente con un punteruolo e poi si montano sulla forma, si tagliano, si incollano e dopo si rastremano usando come riferimento la linea tracciata, come la vedi?
Secondo te la rastrematura si può fare solo con la pialla o c’è qualche soluzione più facile?
ciao
Stai parlando della forma da dare alle fasce, non dello spessore (ovviamente).
La vedo rischiosa, ma dipende dall’abilità di ciascuno. Preferisco tagliarle prima con la sega a nastro un po’ larghi, all’esterno della linea, poi rifinirle con la fresa o al limite con una Dragon rasp (io dico Dragon ma basta che sia una BUONA raspa) non troppo bastarda, diciamo mezzo dolce. Con la pialla io non sono un granchè, per cui potrei fare danni…